40 ANNI, SPAGNOLO
										2011: Honourable Mention
										2010: SAIE Selection Prize
										2007: Bauwelt Preis
La mia ruota è uno spazio creato per i bambini.
										In altre parole, uno spazio fluido, senza angoli e con un profilo ricurvo: tutto richiama alla rotondità: la facciata, il tetto, le finestre. È un ambiente indipendente, sicuro e protetto, anche dall'esterno.
                
    
	                    Architetto spagnolo di 40 anni, è tra i fondatori dello studio di architettura Magén Arquitectos ed è stato selezionato nel 2013 tra i 40 più importanti architetti emergenti europei sotto i 40 anni.
	                    Il suo studio ha vinto numerosi premi, incluso nel 2011 il Giancarlo Ius Gold Medal, ricevuto per una "costruzione innovativa, sostenibile e ad alta efficenza energetica", e nel 2011 un Honourable Mention nella XI Spanish Biennal of Architecture and Urbanism.
	                    La sua società è focalizzata sullo sviluppo integrato tra architettura, pianificazione urbana, ristrutturazione e interior design e ha in carico una vasta gamma di progetti complessi, da edifici pubblici di larga scala ai più piccoli, incluso il Enviromental Centre of Zaragoza, il Liceo Performing Arts Centre a Alcaniz e 68 Social Housing a Saragozza.
											Ha vinto inoltre il primo premio al Bauwelt Preis (Monaco, 2007) e il SAIE Selection Prize (Bologna, 2010).
		                
Jaime si è soffermato sull'importanza e sulla magnificenza del cerchio, della simmetria unilaterale, quale si manifesta in architettura — dai teatri dell'antica Roma fino al campus di Apple.
											Ci ha rivelato come il cerchio incarni la forza morale, l'eleganza e il vuoto – un senso di perpetuità, privo di un punto zero, e come sia rappresentato anche nel corpo, nel ventre, nella testa, nella bocca e nella vagina, luoghi da cui qualcosa emerge e viene creato.
	                    Jaime ha parlato in modo affascinante della storia dei cerchi, della loro doppia facoltà di includere ed escludere.
	                    Il suo lavoro architettonico è tutto teso all'esplorazione di questi temi, e il suo ultimo progetto di una scuola a forma di ellissi ricorre all'infinita esuberanza del cerchio per stimolare l'allegria nel campo giochi che si trova al centro.
	                    Anche se si tratta di uno spazio circoscritto, è privo di angoli o di spigoli, dando così un senso d'illimitatezza e libertà.
	                    All'interno offre sicurezza – proteggendo i bambini – e al tempo stesso li difende dall'esterno senza tuttavia essere claustrofobico o limitante.
											Le idee di Jaime sono funzionali e, insieme, filosofiche, e questo vivifica il suo lavoro. Di lui si può dire che non crea solo edifici ma concetti.
											[Hanif Kureishi]
		                
	                    Il talento è un dono o solo un peso?
	                    Un dono ma anche una responsabilità.
	                    Cosa faresti se una mattina ti svegliassi e scoprissi che il tuo talento non c'è più?
	                    Difficile immaginare una situazione simile ma, forse, cercherei di trovare una nuova passione in altri campi.
	                    Qual è il talento vivente che più ammiri?
	                    Talenti creativi, per esempio Jonathan Ive, il capo design di Apple.
		                
	                    Cosa ti piace di più del tuo talento e cosa invece ti disturba?
	                    Mi piace la capacità di poter immaginare nuovi palazzi e spazi d'interni. Non mi piace l'approccio solo critico nella ricerca della bellezza e della perfezione. Talvolta rende le cose difficili.
	                    Quando e come il tuo talento ti ha reso felice?
	                    Quando visito nuove città o edifici "attraverso gli occhi di un architetto", citando Rafael Moneo.
	                    Se potessi cambiare il tuo talento, come lo cambieresti?
	                    Non lo cambierei, anche se potessi.