36 ANNI, ITALIANO
2014: Premio Sapio Junior per la Ricerca Italiana – XIV Edizione 2014
2011: Premio "Sapienza Ricerca 2011"
2011: Under 40 Premio Fondazione Sapienza
2008: Premio "Medaglia Le Scienze per la Fisica"
2008: Premio "Medaglia della Presidenza della Repubblica"
La ruota fotonica è un nuovo dispositivo sviluppato dalla collaborazione fra diverse Università: un ingranaggio capace di far sì che la polarizzazione della luce ruoti più velocemente.
È ottenuta da un congegno che utilizza un cristallo liquido, chiamato "q-plate", che permette una manipolazione innovativa ed efficace della luce. La ruota fotonica ha un alto potenziale nelle applicazioni industriali, sia in termini di metrologia quantistica che di comunicazione quantistica.
Professore Assistente di Fisica presso l'università La Sapienza e Junior Fellow alla Scuola Superiore di Studi Avanzati Sapienza, italiano di 36 anni, le sue ricerche si focalizzano sull'ottica quantistica sperimentale, l'informazione e computazione quantistica e le fondamenta della Meccanica Quantistica o Quantum Mechanics.
I suoi esperimenti hanno portato allo sviluppo di nuove tecniche nel suo campo e hanno contribuito alla comprensione quantistica dei fondamenti della Meccanica Quantistica e della Teoria Quantistica dell'Informazione.
Per la sua attività nella Fotonica Quantistica Integrata ha vinto il prestigioso European Research Council Starting Grant.
È autore di più di 100 pubblicazioni in giornali scientifici internazionali (tra cui 10 articoli pubblicati sulla rivista Nature) e vanta più di 100 presentazioni a convegni nazionali e internazionali.
Fabio è un fisico, e passa la maggior parte del suo tempo in compagnia di ottiche e di laser velocissimi. In lui c'è qualcosa d'intenso, e la sua intelligenza è quasi spaventosa.
Ha una grande sensibilità per la natura del mondo ed è capace di vedere cose invisibili agli altri. Nella sua relazione non si è limitato a esaminare la ruota, ma è andato oltre, guardando all'interno, nel nebbioso mondo delle sub particelle.
La domanda alla quale vuole rispondere non è solo "come?"" ma "perché?". Mi sembra un'idea meravigliosa aver invitato all'evento una persona così diretta e perspicace.
La sua presentazione consisteva in una "ruota fotonica": un dispositivo capace di far ruotare la polarizzazione della luce più velocemente.
Fabio usa dunque il quanto per rappresentare qualcosa di meccanico, e poi trasforma uno strumento scientifico in una specie di pennello.
Secondo lui, la scienza, come l'arte, procede per congetture e intuizioni, inoltrandosi per tentativi verso l'ignoto. Contrariamente a quanto di solito si pensa, Fabio ci ha fatto capire che non c'è una rigida separazione tra arte e scienza. Infatti, entrambe tentano di rivelare un senso e una conoscenza attraverso un lavoro congetturale, e capita che grandi progressi o capolavori derivino proprio da un buon numero di errori e sbagli. Fabio ci ha anche ricordato che queste due discipline condividono la caratteristica di procedere per accumulo. È stato splendido passare del tempo con una persona così talentuosa in un campo specifico, eppure capace di uno sguardo che abbraccia ogni aspetto: da quello artistico, a quello scientifico, esistenziale e ontologico.
[Hanif Kureishi]
Il talento è un dono o solo un peso?
Definirei il talento, più che un dono, un'opportunità da sfruttare e potenziare. Quando, per perseguire il proprio talento ci si concentra su una sola attività che diventa quasi un'ossessione, il "dono" può diventare una limitazione nella vita.
Cosa faresti se una mattina ti svegliassi e scoprissi che il tuo talento non c'è più?
Dovrei re-inventarmi una vita diversa, da un certo punto di vista potrebbe essere molto stimolante... come una nuova sfida: io guarderei al mondo dell'economia o della politica, per esempio!
Qual è il talento vivente che più ammiri?
Mi riesce difficile identificarne uno solo... si può passare da personaggi della politica a sportivi, da donne e uomini di cultura a, ovviamente, scienziati.
Ho avuto modo di conoscere Alain Aspect e Serge Haroche, due fisici che hanno contribuito alla fisica quantistica fondamentale, e sono rimasto molto colpito da loro sia per l'aspetto professionale che umano.
Cosa ti piace di più del tuo talento e cosa invece ti disturba?
Onestamente non mi sentirei di dire che ho talento. Lo definirei una grande passione per la ricerca.
È una specie di dipendenza che mi porta a pensare continuamente a nuove idee e soluzioni.
È difficile arginarla; la vita però è fatta anche di affetti, di amicizie e di altri interessi.
Quando e come il tuo talento ti ha reso felice?
Tante sono le occasioni che ricordo con piacere. Una delle maggiori soddisfazioni che ho provato è stato vincere un prestigioso progetto europeo, ben finanziato dall'European Research Council.
Se potessi cambiare il tuo talento, come lo cambieresti?
Non saprei... mi va bene così, con i suoi pregi e difetti!